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Nella Notte di Natale la Movida è a Betlemme!

Incredibilmente le nuove idee nascono in modo impensato. Spesso in contropiede, quando tutto sembra già deciso e programmato.

A volte può bastare un trafiletto al fondo pagina del giornale per dare il là all’ispirazione.

Taac!

Oltre ad essere una tradizione, la scadenza della Letterina è l’appuntamento per ritagliare un momento di astrazione e rileggere con occhi rinnovati l’attualità di un Evento, che tanti festeggiano e tanti altri celebrano, ma che da due millenni è comunque una data certa di ogni calendario.

Confesso che inizio per tempo a pensare come condividere questo momento in modo autentico.

Tutti gli anni sempre più con largo anticipo, qualche volta addirittura sotto l’ombrellone estivo, spesso con ansia, soprattutto quando mi pare di essere assillato dalla sindrome della pagina bianca.

Allora il file di Word diviene un foglio etereo che temo di sprecare con una trama a casaccio, sfibrata dalla carenza di empatia, buttata di getto pur di riempire qualche pagina per argomentare un avvenimento che tutti già riconoscono come incipit della Storia Vera del Mondo.

A volte è un insopportabile senso di frustrazione creativa che pare immobilizzante man mano che il fluire del tempo trasforma il 25 Dicembre in un impegno più imminente e inderogabile.

Spesso senza neppure accorgerci, le settimane che precedono il Natale sono giorni febbrili, frenetici, dispersivi, consumati tra chiusure di bilanci aziendali, battute di caccia al regalo glamour, assalti allo chalet dello scontatissimo mercatino di Piazza Duomo, planning eno-gastronomico, code al cinema per l’inesorabile cine-panettone, ingolfamenti di happy hours e aperi-cene per risolvere i dilemmi della vacanza esclusiva di San Silvestro.

Questo mondo in fibrillazione sembra non volersi fermare mai: una continua movida H24 7/7 che irrompe su social media e organi di informazione quasi a sostituire le note delle carole natalizie.

Fresca-fresca di stampa è la notizia che quest’anno Babbo Natale probabilmente regalerà a Milano addirittura il Sindaco della Notte!

Questo primo cittadino bis sarà un altro emulo dei Mayor of the Night alias Night Czar già insediati a Londra, New York, Berlino, Tokyo, Las Vegas, New Orleans, Montreal e in un altro centinaio di metropoli: un’istituzione responsabile della qualità della vita notturna nella grande città.

Nulla di nuovo sotto il sole… oops… sotto la luna, visto l’orario!

Un ibrido tra nuovo-sceriffo-in-città e lifestyle influencer incaricato di far divertire chi di notte si vuole divertire, permettere di dormire a chi di notte vuole dormire e far guadagnare denaro a chi con la notte vuole arricchirsi.

Mah… una pubblica amministrazione che regola l’intero quadrante delle 24 ore è davvero paladina di nuove forme di economia circolare o invece tangibile evidenza della deriva dei tempi?

Senza contare che… un popolo della notte si metteva in marcia già duemila anni fa.

All’insaputa di tutti, ogni passo scandiva un momento della Storia dell’Uomo, snodandosi su tratturi e sentieri di incerta origine, lungo un cammino a direzione centripeta verso il Crocevia della Mangiatoia dove si stava compiendo il Mistero dell’Incarnazione.

Dio che si fa Bambino. Trascendenza che diviene Immanenza.

La traiettoria condivisa di tutti gli Attori del Presepe simboleggia un viaggio di convergenza spirituale e movimento sincrono verso il solo punto di incontro che sublima ogni barriera individuale di etnia, genere, cultura, ceto, abilità e senso mistico.

A Betlemme la notte è un respiro cosmico, un istante metaforico in cui il tempo carico d’attesa scontorna mentre i destini dell’umanità si intrecciano in un tessuto di significati profondi: la narrativa del paesaggio stesso – le pietre, le stelle, la natura, i volti dei personaggi – racconta il peso della Grande Storia al nastro di partenza.

i pastori

I Pastori

I pastori arrivano dai margini del mondo come sagome ancestrali sfumate nel buio, corpi logorati dal lavoro quotidiano, volti segnati da una vita di sforzi e attese silenziose.

Ogni passo è un racconto di sopravvivenza e di una dignità che non conosce distinzioni sociali.

Le mani raccontano una storia di lavoro: indurite, screpolate, callose conoscono il gelo delle notti invernali e l’odore delle greggi. Ogni solco, ogni cicatrice è un apologo di fatica, intemperia e resilienza silenziosa.

Le loro vesti sono molto più di indumenti: sono archivi della memoria. Rattoppati, lisi e consumati testimoniano un’economia della sopravvivenza per cui nulla viene buttato, tutto può ancora servire, tutto può essere riutilizzato e tutto può avere un senso.

Le scarpe polverose dimostrano l’usura dei sentieri impervi, proprio come quelli percorsi dagli uomini di oggi, che si stressano ogni giorno nell’inseguimento di sogni, speranze e aneliti di vitalità.

Gli occhi irradiano una profondità che le società complesse hanno dimenticato: i pastori sono l’umanità primordiale, umile e marginale che conosce gli stenti ma non chiede mai nulla in cambio.

I pastori leggono i segni della natura con una precisione che supera qualsiasi tecnologia: la luminosità delle stelle, il movimento delle nuvole, il comportamento degli animali, i sussurri del vento.

Infine, le pecore non formano solo un gregge ma sono le teatranti con cui ogni pastore condivide il proprio canovaccio di vita.

Ogni animale ha la sua storia, ogni movimento racconta di una relazione che va oltre il senso del possesso e che un giorno si riunirà nella comunione con l’Agnello di Dio.

soldati romani

I Soldati Romani

I legionari avanzano dall’angolo opposto del Presepe rispetto ai Pastori.

Le armature riluccicano possenti riflettendo frammenti di luna: i soldati incarnano un potere che si crede eterno e un impero che ha fondato la sua grandezza sulla forza e sulla sottomissione.

Come politici e manager dei nostri tempi, i pretoriani di Cesare Augusto procedono tronfi e impettiti di senso dell’egemonia ma inconsapevoli della Rivoluzione Autentica ormai incombente.

Inizialmente la marcia rimbomba ritmica, scandita e inquietante a proclama di gerarchia, ordine e disciplina ma più il manipolo si avvicina alla Mangiatoia, più i passi tendono ad attenuarsi e affievolirsi per farsi lievi e rispettosi.

Così nella notte di Betlemme la certezza imperitura si frantuma davanti a un Bambino.

Il potere scopre la sua fragilità e l’illusione del comando si dissolve nella profezia di una nuova regalità che abbraccia tutte le genti, senza più confini né barriere.

i re magi

I Re Magi

Gaspare, Melchiorre e Baldassarre procedono con maestosa lentezza: a dorso di cammello e a passettini.

Partiti da terre lontane, i Tre Re attraversano deserti di sabbia e di dubbi, percorrono centinaia di chilometri guidati da una stella pur di portare tributi e offrire doni a un Bambino neonato.

I Magi non sono semplici viaggiatori: hanno il coraggio di affrontare deserti e montagne, incognite geografiche e spirituali per compiere un tragitto astronomico, filosofico ed esistenziale.

Sono tre archetipi di cercatori del senso che sanno che la Verità non risiede nel possedere ma nel ricercare mentre l’Essenza dell’uomo non è apparire ma essere.

Icone di intelligenza conoscenza e sapienza, nei loro bagagli oltre ai doni hanno caricato anche gli stessi interrogativi esistenziali a cui tutti noi vogliamo dare una risposta e le stesse inquietudini terrene per cui desideriamo trovare finalmente rimedio.

Ogni Natale, i regali dei Re Magi per il Bambino Gesù sono doni allegorici anche per noi stessi: l’oro racconta il potere rinunciato, l’incenso è la preghiera che sale oltre le tribolazioni quotidiane, la mirra è la consapevolezza delle sofferenze umane.

stella cometa

La Stella Cometa

Nomen, omen.

La Stella Cometa è la Star incontrastata del Presepio e il fulcro attorno al quale ruota la Notte di Betlemme.

Il suo bagliore immobile e vibrante fissa la linea del traguardo di tutti i viaggianti.

Come una moderna spotlight illumina la stalla proiettando la Creatura sul Proscenio del Mondo.

La Stella è il nostro ago della bussola che scaccia le tenebre dal percorso, indica la strada e consente di completare la parabola esistenziale.

La Stella è molto più di una guida. È la metafora dell’attesa, del movimento, dell’incontro.

 

Solo riuniti attorno alla greppia come pastori, soldati romani o re magi possiamo comprendere che anche il nostro viaggio non è mai episodico o casuale ma fa parte di un disegno più grande in cui ogni fatica, ogni gerarchia, ogni ricerca trova risposta in unico grande abbraccio universale. Quello del Salvatore.

virgola sopra

Anno dopo anno il senso della vita
origina e rinasce nel Natale…
proprio con traiettoria circolare.

La Movida del Presepio è l’augurio a tutti di poter riconoscere le valenze del 25 Dicembre nella propria trama esistenziale: per quanto tortuoso, ogni cammino è un pellegrinaggio interiore che converge verso la sola Luce che può illuminare il buio dei nostri giorni. L’Amore fatto Uomo.

È arrivato Natale. Buona movida a tutti!
mark firma

PS Il valore circolare  – quello Vero e Immersivo  – si è dunque rivelato in un piccolo e anonimo villaggio della Palestina. Più di duemila anni fa. Per favore… qualcuno informi il Sindaco della Notte!